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L’AI generativa funziona davvero? Esempi virali e applicazioni concrete

L’Intelligenza Artificiale non è più solo una tendenza. È diventata parte integrante della nostra quotidianità digitale, un alleato prezioso (se ben utilizzato) nei processi creativi, produttivi e strategici. Ma cosa significa concretamente usare l’AI oggi? Gli strumenti di AI Generation sono davvero validi? In questo articolo ripercorriamo qualche esempio più notevole e recente.

Creatività e AI: non si smette mai di sperimentare e imparare

L’AI sta aprendo nuove strade soprattutto per i creator, le PMI e i brand che vogliono distinguersi, potenzialmente anche con poco budget o risorse limitate. Gli strumenti generativi oggi permettono di:

  • Creare video da zero, semplicemente partendo da un prompt testuale
  • Riadattare contenuti per più piattaforme, mantenendo coerenza e ottimizzazione per i vari formati
  • Generare script, visual e persino avatar in grado di rappresentare un brand o un prodotto in chiave nuova
  • Produrre format seriali, automatizzando parte del processo creativo (ma non la visione editoriale

Tutto questo è utile solo se c’è un pensiero strategico alla base. Non è sufficiente sperimentare con l’AI: bisogna comprendere i contesti d’uso, saper interpretare i dati e soprattutto usare questa tipologia di tecnologia come estensione del pensiero umano, non come sostituto.

L’AI nella pratica: influencer virtuali, pubblicità e-Commerce fino alle playlist musicali iper-personalizzate

1. L’influencer virtuale è reale (quasi)

Con l’uso combinato di prompt testuali, AI generativa per la creazione video e strumenti di voice cloning, oggi è possibile realizzare contenuti narrativi e visivi di alta qualità senza attori, troupe o location reali. Un esempio? Google Veo 3, che funziona come un chatbot, permette di realizzare video iperrealistici: basta descrivere ciò che si vuole vedere e il sistema restituisce un filmato sorprendentemente realistico. Addestrato su enormi quantità di immagini e video presenti online, Veo permette anche di integrare suoni ambientali, dialoghi e rumori di fondo, offrendo un livello di verosimiglianza che supera i modelli precedenti (come Sora).

Ma il vero cortocircuito arriva dai social: stanno emergendo video virali in cui personaggi artificiali creati con l’AI negano la loro natura sintetica. Un esempio emblematico è questo contenuto su TikTok, difficile da distinguere dal reale: 

Un altro esempio proviene dall’India con Radhika Subramaniam, la prima influencer da viaggio interamente generata da AI e bilingue (Tamil + Inglese): mettendo in scena “viaggi” virtuali in luoghi reali, racconta storie culturali locali con grande empatia. Un format che mette in luce quanto il #DigitalStorytelling guidato dall’AI può creare connessioni autentiche, soprattutto con il pubblico Gen Z.

Fonte: https://www.buzzincontent.com/influencer-marketing/collective-artists-network-introduces-radhika-subramaniam-bilingual-ai-travel-influencer-9353689

2. Amazon entra nel gioco del video advertising con l’AI

Amazon ha appena lanciato uno strumento gratuito per la creazione automatica di video promozionali, pensato per i venditori presenti sul marketplace statunitense. In pochi minuti è possibile generare video dinamici della durata massima di 21 secondi, completi di motion graphic, musica di sottofondo e testi sovrapposti, pronti per essere utilizzati in campagne pubblicitarie.

Il video advertising alimentato dall’AI non è più una novità di nicchia, ma uno standard che si sta diffondendo rapidamente. Questi strumenti stanno amplificando la creatività e abbattendo le barriere d’ingresso alla produzione di contenuti professionali, rendendo accessibili possibilità che prima erano riservate ai grandi brand.

ai generativa

3. Spotify rivoluziona le playlist con l’AI

Spotify ha introdotto una nuova funzionalità chiamata AI Playlist, attualmente in fase beta, pensata per gli utenti Premium. Il concetto è semplice quanto potente: basta inserire un prompt testuale – che può spaziare da generi musicali a emozioni, colori o persino emoji – per generare una playlist su misura.

Scrivendo ad esempio “mood estivo in spiaggia” si ottiene una selezione musicale perfettamente allineata all’atmosfera. Se non convince, può essere rifinita con comandi successivi del tipo “meno pop” o “più ritmica”.

Dopo il lancio iniziale in UK e Australia nel 2024, la funzione è stata estesa a oltre 40 Paesi, inclusi Stati Uniti, Canada, diverse nazioni europee e asiatiche.

Questa integrazione tra AI generativa e algoritmi di recommendation rappresenta un salto di qualità nella personalizzazione musicale: trasforma ogni utente in un curatore creativo, capace di esprimere idee, sensazioni e contesti, traducendoli istantaneamente in musica.

spotify ai

Il futuro dell’AI è adesso, ma serve metodo

Dagli influencer virtuali ai video generati su larga scala, l’intelligenza artificiale sta cambiando il modo in cui ideiamo, produciamo e distribuiamo contenuti digitali. Gli esempi virali mostrano le potenzialità, ma il vero valore emerge quando questi strumenti vengono integrati con criterio nei processi aziendali.

Che si tratti di lanciare un e-commerce, costruire un piano editoriale o ottimizzare una strategia SEO, l’intelligenza artificiale può amplificare l’impatto. Ma serve metodo, competenza e una visione chiara. In Alma Digital accompagniamo le imprese in questo percorso, aiutandole a sfruttare l’AI in modo strategico.